L’efficienza energetica nei processi produttivi e negli edifici del terziario privato e pubblico
Lo studio è partito da un’analisi delle principali tecnologie per l’efficienza energetica sia tradizionali che digitali, con un’attenzione particolare su come si stanno diffondendo le applicazioni IT che permettono dei miglioramenti consistenti delle performance nella gestione dell’efficienza energetica sia nei settori industriali che nel terziario pubblico e privato, con focus specifici su alcuni comparti quali: industria alimentare, chimica, lavanderie industriali e strutture sanitarie.
Nel 2018, il totale complessivo degli investimenti in efficienza energetica realizzati in Italia è stato di 7,1 miliardi di €, registrando un trend positivo corrispondente al +6,3%, leggermente in calo rispetto alla forte crescita degli ultimi 5 anni. Nel dettaglio degli investimenti, il segmento Home & Building guida la classifica (con ben il 65% del totale), seguito dal comparto industriale (nel complesso circa 2,3 miliardi di €, poco meno del 33%) e infine, la Pubblica Amministrazione, con il 2% del totale degli investimenti.
Una fotografia del mercato che mette in evidenza differenti dinamiche di crescita: dove la Pubblica Amministrazione, seppur conti solamente per il 2% del totale, presenta l’incremento maggiore rispetto al 2017 (+12%), seguita dal segmento Home & Building con incremento del 7,6%, mentre si attesta solo sul 4% la crescita nel comparto industriale, dimostrando la maturità raggiunta del settore rispetto agli altri.
Per quanto riguarda le potenzialità degli investimenti in efficienza energetica, per il periodo 2019 – 2021, la ricerca ipotizza due possibili scenari: uno vincolato in cui il mercato si attesta sui 22,16 mld € (il trend di crescita registrato negli ultimi anni subisce un arresto e gli investimenti si stabilizzano su cifre pari a quelle del 2018), ad uno più ottimistico che arriva ai 27,84 mld € con un volume d’affari medio annuo compreso tra i 7,4 e i 9,3 mld €. Analizzando lo spaccato per tecnologia, invece, è possibile notare come il potenziale più elevato sia appannaggio di interventi sia sul processo produttivo, trascinati soprattutto dal Piano Industria 4.0, dove spiccano isolamento termico a cappotto, soprattutto per quanto riguarda i settori del residenziale e del terziario e la Cogenerazione, a partire dal 2020. Inoltre, le soluzioni «Digital Energy» (SGE e building automation), attraggono un sempre maggior interesse da parte degli operatori industriali e commerciali, mostrando un trend di crescita ormai superiore alle tecnologie tradizionali.
Nel confronto fra le tecnologie tradizionali e digitali nei comparti analizzati, (prendendo in considerazione per ogni tecnologia l’investimento richiesto e il Pay Back Time (PBT) in presenza ed in assenza di incentivi) emerge come le tecnologie tradizionali sono mature e incontrano delle difficoltà solo per le barriere culturali ancora presenti e per i tempi di ritorno degli investimenti che sono, talvolta, ancora elevati, per contro per quanto riguarda le tecnologie digitali, quelle che elaborano direttamente i dati macchina hanno raggiunto la maturità tecnologica, mentre i software di gestione a più alto livello, non hanno ancora raccolto la maturità tecnologica.
Entrando nello specifico degli investimenti a livello tecnologico del 2018, nei settori dell’Industria, Pubblica Amministrazione, Terziario e Residenziale, emerge come i 2,34 miliardi di € nel comparto industriale sono stati dedicati al 40% ai sistemi di combustione efficiente e cogenerazione (per un valore rispettivamente di 459 mln € e 443 mln €) ma in calo rispetto al 2017, (rispettivamente -24% per la cogenerazione e -7% per i sistemi di combustione efficienti), calo dovuto prevalentemente all’effetto negativo del decreto energivori, che ha fermato la grande industria, per cui solo le PMI hanno continuato ad investire in questo tipo di impianti. Continua il trend positivo degli investimenti in illuminazione, che si assestano sui 312 mln € con un tasso di crescita del +16% rispetto all’anno scorso. Seguono poi gli interventi su inverter, aria compressa e refrigerazione. Di notevole interesse, il buon risultato degli investimenti nei Sistemi di Gestione dell’Energia (SGE) pari a 129 mln € con una crescita del 28% rispetto al 2017, grazie soprattutto alla ricorrenza nel 2019 dell’obbligo dell’audit energetico ma anche segno di come, sempre più frequentemente, le imprese hanno un approccio olistico all’efficientamento energetico e non più focalizzato sui singoli interventi e tecnologie.
Nel confronto fra gli investimenti fra le tecnologie tradizionali e digitali per l’efficienza energetica nel mondo industriale, uno dei focus anche di MCE – MOSTRA CONVEGNO EXPOCOMFORT e BIE- BIOMASS INNOVATION EXPO 2020, lo studio ha preso in considerazione la ripartizione dei principali consumi del mondo produttivo: Servizi generali di building, Servizi ausiliari di processo e Processo produttivo nei quattro settori selezionati.
INDUSTRIA ALIMENTARE
Per quanto riguarda l’industria alimentare, sulle 56.000 aziende presenti nel nostro paese (escluse le 2.000 del settore bevande) l’analisi si è concentrata sulla lavorazione e conservazione di carne e l’industria lattiero-casearia, in considerazione del fatturato medio e dei consumi energetici. In questo comparto, i consumi energetici si dividono quasi equamente tra processo e altri servizi, e la quota riservata agli investimenti vede l’89% destinato a servizi ausiliari e generali e solo l’11% al processo produttivo, dato che si riscontra anche per gli investimenti in tecnologie digitali, che si concentrano sulla gestione dei singoli macchinari e non dei processi.
INDUSTRIA CHIMICA
Per il comparto chimico, che conta circa 5.000 imprese nel nostro paese, i consumi energetici si dividono quasi equamente tra processo e altri servizi; nonostante ciò, la quota di investimenti sul processo, vale più di un terzo degli investimenti totali. Gli investimenti digitali si concentrano, anche in questo settore industriale, sul singolo macchinario pur essendo questo comparto fra quelli con la maggior propensione all’adozione di sistemi ERP, adottati da ben 57% delle imprese. Dall’analisi emerge anche come la sostituzione di motori elettrici o inverter risulti quella con dei tempi di ritorno maggiori, principalmente dovuti ad un minor consumo di energia elettrica.
LAVANDERIE INDUSTRIALI
Il settore delle lavanderie industriali, con circa 780 imprese in Italia, caratterizzato da consumi di energia termica nettamente superiori a quelli di energia elettrica, vede la concentrazione degli interventi nell’illuminazione, anche in assenza di incentivi, che richiedono bassi costi d’investimento mentre il solare termico rimane un tipo di soluzione non particolarmente attrattiva specialmente in assenza di forme di incentivazione. La stessa approvazione del Conto Termico 2.0, per quanto garantisca un rimborso del 65% sull’investimento effettuato non ha risollevato un mercato in continua flessione.
STRUTTURE SANITARIE
Per quanto concerne le strutture sanitarie, nel nostro paese ci sono 1.200 istituti di cura, di cui 52% di strutture pubbliche e 48% private, suddivisi in aziende ospedaliere, ospedali a gestione diretta e case di cura. Le strutture sanitarie sono tipicamente fortemente energivore e caratterizzate da un elevato fabbisogno di energia, soprattutto termica, e da un’ampia differenziazione negli usi finali. Gli interventi di efficienza energetica che possono essere realizzati variano a seconda dell’epoca di costruzione della struttura e dei vincoli normativi e sicurezza ma si concentrano principalmente nei servizi generali, come illuminazione, condizionamento e riscaldamento.
Lo studio dedica ampio spazio alle potenzialità del mercato per le soluzioni di efficienza energetica sia tradizionali che digitali dal 2019 al 2021, ipotizzando tre scenari: “as is” in cui le condizioni di contorno non subiscono modifiche importanti e si mantiene il trend positivo; “ottimistico”, aumenta il volume di affari grazie ad una maggiore sinergia degli operatori del mercato, un miglioramento del quadro normativo e degli effetti positivi del Conto Termico 2.0 porteranno un incremento degli investimenti in efficienza energetica effettuati in particolare, nel segmento Home & Building e nella Pubblica Amministrazione; «vincolato»: il trend di crescita registrato negli ultimi anni subisce un arresto e gli investimenti si stabilizzano su cifre del 2018, rimango le incertezze sull’evoluzione del mercato dei TEE e si conferma l’impatto negativo del decreto energivori.
Il potenziale di mercato «atteso» nel periodo 2019-2021 potrà spaziare dai 22,16 (scenario «vincolato») ai i 27,84 mld € (scenario «ottimistico»), con un volume d’affari medio annuo compreso tra i 7,4 e i 9,3 mld €. Il potenziale più elevato di crescita sarà quello degli interventi nei processi produttivi, grazie al piano Industria 4.0, l’isolamento e il cappotto nei settori residenziale e terziario, grazie alla cessione del credito d’imposta che permette ai privati di scaricare i costi verso l’operatore che effettua gli interventi e la Cogenerazione, soprattutto partendo dal 2020, grazie alla possibilità di offrire flessibilità e di partecipare all’MSD. Fra le tecnologie digitali avranno ampio spazio di diffusione i sistemi di gestione energetica e la building automation.